Il Piano Nazionale Industria 4.0 (oggi detto Piano Nazionale Impresa 4.0) offre una grande occasione alle aziende italiane per cogliere le opportunità dell’innovazione e del digitale, legate a quella che viene definita la “quarta rivoluzione industriale”. Approfondiamone meglio insieme gli aspetti principali
Una prima definizione
Era il 2011 quando Henning Kagermann, Wolf Dieter Lukas e Wolfgang Wahlster usarono per la prima volta questa espressione in relazione allo ZukunftsProject Industrie 4.0, presentato in occasione della Fiera di Hannover. Fino a quel momento nessuno ancora aveva sentito parlare di Industria 4.0 e che cosa fosse fu chiarito due anni più tardi, quando l’iniziativa tedesca si concretizzò con l’avvio di investimenti nel settore produttivo, finalizzati all’ammodernamento e a una maggiore competitività su scala globale.
Per quanto oggi il significato di Industria 4.0 risenta del fenomeno della quarta rivoluzione industriale, l’idea di innovazione resta un paradigma insostituibile. Infatti, il termine indica l’applicazione di tecnologie abilitanti alla produzione industriale, con lo scopo di implementarne l’efficienza produttiva, riducendo il margine di errore e l’eventualità di un fermo macchina. Molti dei benefici derivano proprio dall’interazione machine to machine, che, interconnesse a Internet, forniscono analisi complesse attraverso Big Data. Altri vantaggi conseguono dall’installazione di sensori ultrasottili, che, monitorando la produzione in real-time, limitano gli scarti e migliorano la qualità dell’intero ciclo produttivo.
La nostra Azienda si colloca proprio nella filiera dell’automazione industriale, offrendo servizi di consulenza e di analisi, fino alla realizzazione e alla manutenzione del sistema macchina.
Il Piano italiano per l’Industria 4.0
In Italia, l’Industria 4.0 ha cominciato ad affermarsi nel 2016, quando l’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi, affiancato dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, ha presentato il Piano Nazionale Industria 4.0. Tale programma prevedeva una serie di misure atte a promuovere l’innovazione tecnologica e digitale nelle imprese del nostro Paese. Approvato dal Senato, il piano ha stabilito per il 2017 la mobilitazione di 2,6 miliardi per investimenti privati early stage, investimenti privati aggiuntivi per 10 miliardi e 11,3 miliardi di spesa privata per ricerca, innovazione e sviluppo.
Incentivi e requisiti dell’industria 4.0
A differenziare il vecchio Piano Nazionale dalla versione aggiornata Impresa 4.0 è un cambio di requisiti d’accesso. Se gli incentivi di Industria 4.0 si rivolgevano unicamente al settore manifatturiero, Impresa 4.0 li estende a tutte le categorie coinvolte nella trasformazione digitale.
Il nuovo documento appare rinnovato sotto molti aspetti: da una parte ridimensiona alcuni incentivi, dall’altra semplifica l’accessibilità ad altri, così che le aziende possano attivarli senza il ricorso a bandi, sportelli o essere ostacolate da vincoli settoriali e territoriali.
Da Industria 4.0 a Transizione 4.0: le novità dal 2020
Se fino a quel momento le modifiche al piano erano state solo un affinamento delle agevolazioni fiscali già conosciute, in un 2020 prostrato dalla pandemia, il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ha introdotto la novità del Piano Transizione 4.0.
Interessato a mantenere vivo quel patto di fiducia con il mondo delle imprese che vogliono crescere, il piano entrante, e dunque sostitutivo a Industria 4.0 e Impresa 4.0, si pone come un vero cambio di rotta, che saluta definitivamente l’iper e il superammortamento a favore dei crediti d’imposta, stimolando l’investimento privato e la stabilità delle aziende con misure pluriennali.
Con questo articolo abbiamo gettato le basi per avvicinare i principali concetti dell’Industria 4.0.
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